La coppia "tradita"

A qualsiasi terapeuta di coppia sarà capitato almeno una volta di lavorare sui tradimenti. Attorno al tradimento si è costruito uno stereotipo socioculturale che individua nel traditore il carnefice e nel tradito la vittima. Le coppie che chiedono una terapia dopo un tradimento si collocano, quasi sempre, senza esitazione nel proprio ruolo: il traditore si definisce carnefice e il tradito vittima.

I ruoli sono ben definiti, l’equilibrio è nettamente sbilanciato: da una parte la ferita da curare è il tradimento, la sensazione di pugnalata alle spalle, di non sentirsi più sicuri e dall’altra parte l’urgenza è quella di riparare, recuperare, riguadagnare la fiducia persa. E se pensassimo, invece, al tradimento come ad un sintomo che fa LA COPPIA, non il singolo e che si costruisce nel tempo, a volte anche in anni? Se pensassimo che il tradimento (nell’accezione classica del termine) è l’esordio finale di un’escalation di eventi, situazioni, delusioni, stati d’animo che la coppia trascura e non ascolta?

Attraverso questa chiave salta quella rigidità di ruoli ben definiti perché perdono di senso. Sarebbe riduttivo accogliere una coppia “tradita” in terapia per lavorare solo sull’evento emergente (senza dubbio causa di un dolore da trattare).

Arduo compito del terapeuta è quello di accompagnare la coppia a scoprire il significato profondo di quel sintomo, l’origine. Se una coppia “tradita” decide di chiedere aiuto e si rivolge ad un professionista, il più delle volte significa che esiste un margine perché tale infelice evento possa essere riletto in senso evolutivo, per provare a farne “tesoro”.

Il lavoro parte dalla domanda: in che percentuale IO (tradito o traditore che sia) ho contribuito? Come ho contribuito? È forse tra le domande più difficili a cui rispondere, perché implica mettere da parte l’orgoglio e stravolgere punto di vista. Ma la risposta può essere estremamente utile per la coppia.

Tradire è “venire meno ad un impegno assunto, ad un obbligo morale” … “deludere le aspettative” … “Ingannare una persona violando la sua fiducia”. Tra-dire è anche “dire attraverso”, è far sintomo per comunicare che qualcosa non va.

Facciamo un esempio: se uno dei due partner tornasse tutti i giorni stanco da lavoro e non dedicasse attenzione e ascolto all’altro, se iniziasse a trascurare anche l’aspetto affettivo, se non avesse spazio nella testa perché piena di pensieri extra-familiari … oppure … se uno dei due genitori non riponesse fiducia nell’altro e lo “alienasse” dalla dinamica genitoriale credendo di poter “fare da solo”, se si facesse assorbire totalmente dal figlio … se uno dei due non collaborasse alla vita domestica, si dedicasse spesso alle uscite con gli amici e trascurasse i momenti dedicati alla coppia … ecco questi potrebbero essere contributi validi alla sintomatologia del tradimento.

In questo senso una diversa chiave di lettura permette alla coppia di osservare il sintomo dall’inizio della sua storia per significarlo ed elaborarlo in modo da trasformarlo in senso curativo e non definitivamente patologico. Senza avere la presunzione di tenere insieme la coppia per forza, alcune volte i sintomi, compreso il tradimento, aiutano la coppia a mettere un punto alla relazione, regalando la possibilità di riconoscere nell’altro non un nemico da lasciare, ma una persona con cui si è percorso un importante pezzo di strada, da cui si sceglie di separarsi per un atto di onestà e rispetto verso sé stessi e verso l’altro.


Dott.ssa Laura Valle
Psicologa Psicoterapeuta a Vicenza

AMBITI DI INTERVENTO

  • Disturbi del comportamento alimentare
  • Terapia di coppia
  • Adolescenti
  • Supporto alla genitorialità
  • Ansia e attacchi di panico
  • Disturbi Ossessivo Compulsivi
  • Terapia familiare
  • Supporto familiare alla disabilità
  • Percorso di accompagnamento al matrimonio/convivenza
  • Sterilità psicogena di coppia
  • Assessment collaborativo

Dott.ssa Laura Valle
Psicologa Psicoterapeuta
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